Storia del museo
Museo del Vetro
Inaugurato il 1 luglio 2010, il Museo del Vetro di Empoli è il più ‘giovane’ dei musei empolesi. La sua storia però affonda le sue radici molto più indietro nel tempo e la sua apertura ha rappresentato solo l’ultimo passo di un percorso articolato che ha coinvolto l’intera città.
La produzione del vetro, sebbene attestata a Empoli già nel XV secolo, ha un notevole impulso nella seconda metà del Settecento, quando Domenico Lorenzo Levantini inizia a produrre maiolica e vetro in prossimità di Porta Pisana. Proprio in questa fornace Francesco Del Vivo e Michele Ristori impianteranno una vetreria attiva dal 1830 al 1984.
La presenza delle vetrerie, con le ciminiere svettanti nello ‘skyline’ cittadino, i rumori della fornace e le voci dei vetrai che a migliaia vi lavoravano e quelle delle fiascaie che rivestivano fiaschi e damigiane completando la loro opera, sono tutti elementi che per decenni hanno contribuito a creare un’identità cittadina, inestricabilmente legata proprio alla produzione vetraria.
Le fotografie degli operai e delle fiascaie a lavoro, alcune risalenti agli anni ’40 del Novecento, rappresentano una prima traccia di quell’interesse documentario verso il mondo del vetro che ispirò anche il pittore Sineo Gemignani che, nel 1956, realizzò la sua opera Il vetraio, parte della collezione della Galleria di Arte Moderna e della Resistenza, adesso esposta al Museo del Vetro.
Nel 1958, è invece la realizzazione del documentario Vetro Verde da parte del noto documentarista fiorentino Lionetto Fabbri a segnare un’importante tappa verso il riconoscimento dell’industria vetraria empolese e la conoscenza dell’intero mondo che a Empoli ruotava intorno al vetro.
A partire dagli anni ’80 del secolo scorso le vetrerie storiche si trasferiscono fuori dal centro cittadino o, in molti casi, chiudono definitivamente e con loro inizia a scomparire quel paesaggio urbano fatto di edifici, suoni e consuetudini che rischia di andare perduto definitivamente.
Da qui l’esigenza di conservare e divulgare la memoria di una tradizione, ormai sentita quale patrimonio cittadino, che porta nel 1996 alla nascita del Centro di Documentazione del Vetro e subito dopo, nel 1997, all’allestimento nelle sale del Convento degli Agostiniani, della mostra Il vetro si racconta dove, insieme ai numerosi oggetti provenienti da collezioni private, viene esposto anche un banco da lavoro, a testimonianza della volontà di musealizzare e valorizzare, non solo i prodotti, ma anche la stessa cultura del lavoro.
Negli anni, grazie alle numerose donazioni di oggetti in vetro da parte di cittadini e collezionisti privati, prime fra tutte quelle di Fortunato Morelli e di Giovanni e Rosetta Gambacciani, si è andato costituendo e arricchendo il nucleo di materiali che dal 2010 trovano giusta collocazione nelle sale del Museo del Vetro.