Vergine in gloria tra santo Stefano, un donatore e i santi Maddalena, Onofrio e Barbara
Scalabrino Volponi Giovan Battista detto
Il dipinto proviene dalla Cappella dedicata ai santi Stefano e Noferi in Collegiata, di patronato Ronconcelli. La tavola, pur essendo assai rovinata, risulta tra le più felici di questo artista, attivo perlopiù in terre di provincia. L’opera restituisce tratti di estrema gradevolezza soprattutto nel paesaggio da favola, dipinto nei toni dell’ocra e del turchino, che si ritaglia tra i santi dalla fattura in realtà un po’ approssimata. La fattura stenta e le forme talora incerte dei personaggi lasciano spazio a una leggera indagine psicologica che traspare dal volto della Vergine e di Stefano, sulla cui testa è appoggiata, in equilibrio improbabile, la pietra del martirio. Sfuggente nei contorni, secondo i modi dello Scalabrino, è il volto di Maddalena mentre, perplessa, appare santa Barbara, chiamata a reggere l’impegnativo peso della torre. Con posa ancheggiante, a segnare il tradizionale attributo del perizoma di foglie, si staglia, sulla destra del riguardante, Onofrio.
Il committente, effigiato in ginocchio e in proporzioni minori tra santo Stefano e la Maddalena, è Giovanni di Cristoforo Ronconcelli.