Tabernacolo di San Sebastiano
Botticini Francesco (Firenze, 1446 - 1498)
Questa imponente macchina d’altare era collocata nella cappella di Santa Maria degli Angeli sull’altare dedicato a san Sebastiano. Committenti dell’opera furono infatti Giovan Filippo Capacci e sua madre Pippa, che la fecero eseguire per commemorare i parenti morti di peste nel 1475, come la dedicazione a san Sebastiano, invocato a protezione dalle malattie, suggerisce. Il tabernacolo, nella cui realizzazione furono coinvolti lo scultore Antonio Rossellino e il pittore Francesco Botticini, era parte di un complesso decorativo che comprendeva anche il tondo di Andrea della Robbia con Dio Padre. La cappella di Santa Maria degli Angeli era infatti la più spettacolare tra quelle della Collegiata, ispirata alla Cappella del Cardinale del Portogallo in San Miniato a Monte a Firenze.
Nel monumentale tabernacolo all’antica il motivo ricorrente delle pannocchie, riproposte anche sugli scudi ai lati del basamento, ricorda come le fortune dei committenti derivassero dal commercio di granaglie. La struttura inquadra il San Sebastiano, opera del Rossellino alla cui bottega spettano anche i due angeli – uno a recare in mano la corona del martirio, l’altro un lembo della veste – che la coronano e racchiude i pannelli dipinti da Botticini: i due angeli che presentano Giovan Filippo e la madre negli scomparti laterali e le storie del martire nella predella.
Nella nicchia centrale è alloggiato il San Sebastiano celebrato come «cosa bellissima» da Vasari e da tutti i biografi dello scultore che lo precedettero. La statua doveva essere vista frontalmente e presentava leggeri tocchi di dorature sui capelli e la tunica. La grazia e il naturalismo con cui Antonio tratta la superficie del marmo, la posa e l’espressione patetica del volto, fanno di quest’opera uno degli esiti più alti e maturi dello scultore e un esempio dello studio dei marmi antichi, in specie ellenistici, prima della comparsa di Michelangelo, che sappiamo, tra l’altro, stimasse moltissimo le opere di Antonio.
I pannelli del Botticini spiccano in tale contesto per il raffinato gusto grafico, memore della maniera del Verrocchio e di Piero del Pollaiolo. Le tavole laterali si distinguono per la meticolosità nel riprodurre i fiori del prato e per l’accuratezza nel descrivere i dettagli preziosi delle leggerissime vesti. L’attenzione analitica al reale si percepisce anche nei ritratti dei due committenti, effigiati in scala minore secondo una prassi in realtà piuttosto antiquata.
Nella predella le Storie di san Sebastiano sono narrate con estrema vivacità, sullo sfondo di paesaggi e architetture rinascimentali non sempre congruenti.
Periodo
1476 ca.Tecnica e materiali
tempera su tavola; legno intagliato, dorato e dipinto; marmoDimensioni
tavola; cm 280 x 275; marmo; cm 155 (san Sebastiano); cm 57 (angeli)Origine
Collegiata di Sant’Andrea, Cappella di Santa Maria degli AngeliPiano primo
Sala dei Botticini
