Santi Ludovico e Orsola con san Girolamo - La Vergine e san Lorenzo con san Zanobi. Predella: Ultima Cena - Cattura di Cristo - Deposizione

    Niccolò di Pietro Gerini (Firenze, notizie 1368 - ante 1416)

    Il successo che Niccolò di Pietro Gerini riscosse nel corso della sua carriera presso la committenza empolese e non solo, si spiega in ragione della sua reinterpretazione dei modi di inizio secolo, tramandati dalla bottega dell’Orcagna. Dell’articolato complesso eseguito per la Collegiata di Empoli, rimangono due elementi laterali con la Vergine e san Lorenzo e i Santi Ludovico e Orsola, sormontati rispettivamente da San Zanobi e San Girolamo, e tre tavolette della predella con le Storie della Passione.

    La forma estremamente elaborata delle tavole, coronate da un arco mistilineo è tipica dei polittici tardogotici fiorentini e consente di datare il trittico al primo decennio del Quattrocento.

    La posizione singolare della Vergine (fino a poco tempo fa identificata erroneamente con santa Marta, ma riconoscibile per la stella dorata sulla spalla) e la sua espressione dolente, indicano che lo scomparto centrale era occupato da una Crocifissione o da una croce lignea, com’è testimoniato anche dal passo del libro di san Girolamo tratto dal Commento al Vangelo di Matteo, che allude appunto alla passione di Cristo.

    Tale elemento è stato identificato da Silvia de Luca (2019) con il Santissimo Crocifisso delle Grazie conservato nella cappella omonima in Collegiata. Fu probabilmente la Compagnia di Sant’Andrea a commissionare al Gerini una macchina d’altare così complessa, per custodire al meglio il miracoloso Crocifisso. L’insieme era completato, come detto, dalla predella con le Storie della Passione: al centro la Deposizione e ai lati Ultima Cena e il Tradimento di Giuda. La successione cronologica degli episodi era alterata a favore di una lettura verticale che poneva in asse il Cristo crocifisso e la lamentazione. In alto, il testo di Girolamo rivolto ai fedeli doveva risultare come monito a perseguire l’imitazione di Cristo meditando sulle sue sofferenze, così violentemente espresse nell’immagine scolpita.

    Nei pannelli laterali i quattro santi mostrano attitudini compassate e ieratiche tipiche del Gerini e un’inclinazione al gusto decorativo delle vesti, riccamente bordate di ori, che già annuncia l’adesione convinta agli stilemi del gusto tardogotico. Nelle scene raffigurate nelle predelle si legge invece una maggiore vivacità di espressioni, in particolare nella Cattura di Cristo, dove, attorno al personaggio principale, si raccoglie una folla di soldati dalle divise colorate, elmi, spade e lance.

    Iscrizioni: PROXIME PASCA FACTURO ET TRADENDO CRUCI ET ILLUDENDO AB OMNIBUS ET ACETO ET (nel libro aperto di san Girolamo);SCS. LODOVICUS. SCA URSOLA (nella cornice)

    Periodo

    primo decennio del XV secolo

    Tecnica e materiali

    tempera su tavola; cornice intagliata e dorata

    Dimensioni

    cm 185 x 73; cm 28 x 54 (Cena e Cattura); cm 28 x 74 (Deposizione)

    Origine

    Collegiata di Sant’Andrea, cappella del Santissimo Crocifisso delle Grazie

    Piano primo

    Sala dei dipinti secoli XIV e XV