Madonna in trono tra angeli e i santi Michele, Bartolomeo e Alberto
Lippi Filippo (Firenze, 1406 ca. - Spoleto, 1469)
La tavoletta di Filippo Lippi entrò a far parte del patrimonio del Museo di Empoli nel 1859 grazie alla donazione di Carlo Romagnoli.
Al di sotto della cornice attuale, forse seicentesca, si intravedono i segni dell’originaria struttura trilobata ad archetti che doveva racchiudere la pittura e che fu asportata determinando il taglio della parte superiore. La presenza di Alberto Siculo da Trapani, in veste bianca e con il giglio in mano, in alto a sinistra, fa ritenere che l’opera abbia una committenza carmelitana riconducibile al monaco Bartolomeo Ulivieri che figura nei documenti riguardanti il Polittico di Pisa, dipinto da Masaccio nel 1426, opera nella quale è stato riconosciuto l’esordio del giovane Filippo. Vasari ricorda che Filippo Lippi già nel 1425 si esercitava quotidianamente sui muri della Brancacci e questo gli consentì già l’anno successivo di collaborare col maestro nel polittico pisano e di ricordare le soluzioni lì adottate dal maestro quando, qualche anno più tardi, dipinse la tavoletta di Empoli. Tali scelte sono qui riecheggiate nella disposizione prospettica delle figure raccolte intorno al trono della Vergine e scalate sfruttando la gradinata; nei due angeli ai piedi di quest’ultima còlti in un arditissimo scorcio, oltre che la solida costruzione dei volumi. Il dipinto è stato eseguito per una visione lenta e ravvicinata, in modo da poter gustare, oltre al mirabile equilibrio delle parti, tutta una serie di sottigliezze esecutive – l’uso degli ori per le aureole e le ali angeliche e il raffinato disegno a fogliami del trono – degne della migliore tradizione pittorica fiorentina. Spiccatamente lippesca è la varietà espressiva dei personaggi che varia dalla gravitas masaccesca di san Bartolomeo, alla devota meditazione di sant’Alberto, fino a comprendere anche un guizzo umoristico nei due angeli ai lati del trono, uno con lo sguardo all’insù, verso il cielo, l’altro con la faccia tuffata tra le sue cose.