Madonna col Bambino tra i santi Francesco e Giovanni Battista, Andrea e Antonio Abate
Maestro del 1310 (attivo tra la metà del XIV e gli inizi del XV secolo)
La tavola centrale del polittico si presenta oggi priva dell’originaria carpenteria, della cuspide, e separata dai pannelli laterali a seguito di un intervento effettuato in epoca imprecisata. Infatti, mentre i pannelli laterali furono collocati nella raccolta museale fin dalla sua apertura, la Madonna col Bambino rimase fino alla metà del secolo scorso in Collegiata, nella Cappella di santa Lucia.
Solo con il riordinamento del 1956 è stato possibile riunificare l’insieme.
Studi recenti ipotizzano che il polittico possa essere stato in origine sull’altare maggiore della Collegiata, vista la presenza, ai lati di Maria, di sant’Andrea e del Battista, qui presente come riconoscimento dovuto alla sede metropolitica fiorentina. Sant’Antonio abate e san Francesco rimandano invece a due tra i culti più popolari di tutto il Trecento. La commissione dell’opera potrebbe ricadere già nel plebanato di Matteo di Vanni di Corso, succeduto nel 1337 a Diedi di Corso di Matteo (De Marchi).
Nel dipinto è evidente la cultura del Maestro del 1310, che seppe combinare elementi della cultura giottesca con richiami alla coeva arte senese e pisana.
Le figure allungate, racchiuse in una incisiva linea di contorno, il patetismo acceso delle espressioni dei santi e la figura della Madonna col Bambino che si staglia sullo sfondo d’oro, oltre a essere un’estrema elaborazione del prototipo lasciato da Simone Martini sull’altare di Santa Caterina a Pisa e a lungo imitato in zona, collocano l’opera in una fase matura dell’attività dell’anonimo maestro.