Angeli reggi candelabro

    Gamberai Felice (documentato prima metà del secolo XVII)

    I due angeli entrarono nel Museo nel 1956. Essi vanno collegati a un documento del 1623, anno in cui, dovendo rinnovare l’arredo dell’altare maggiore e sostituire il tabernacolo del Botticini, si decise di commissionare a «Maestro Felice fiorentino» un nuovo tabernacolo a pianta centrale in legno dorato e dipinto, fiancheggiato da due angeli. Il ciborio fu rimosso alla metà del Settecento a seguito dei nuovi lavori di ristrutturazione all’interno della chiesa, ma i due angeli rimasero a corredare l’altare sino allo spostamento nel museo nel 1956. Attualmente la superficie appare priva della policromia originale, della quale rimangono solo sporadiche tracce sulle vesti.

    Le due sculture sono elegantemente atteggiate in una lieve torsione sostenuta dal movimento vibrato del panneggio; le teste incorniciate da una cascata di riccioli, l’attenta definizione anatomica dei muscoli e dei tendini, richiamano dati di stile prossimi alla maniera del Giambologna, sugli esempi del quale l’artista denominato Maestro Felice fiorentino deve essersi formato. È forse possibile allora azzardare l’ipotesi che lo sconosciuto artefice, menzionato dai documenti, possa essere identificato con Felice Palma, nativo di Massa ma largamente operoso a Firenze nella cerchia dello scultore fiammingo.

    Periodo

    1623

    Tecnica e materiali

    legno intagliato e dorato

    Dimensioni

    cm 200 ca.

    Origine

    Collegiata di Sant’Andrea

    Piano terra

    Passetto